giovedì 14 febbraio 2013

Bigenitorialità per legge o per amore

In caso di separazione ai genitori viene chiesto, da avvocati, giudici, società e familiari, di anteporre il bene dei propri figli ai propri bisogni.
E per bisogni intendiamo qualsiasi cosa: urgenza di soffrire platealmente per la separazione, inclinazione alla vendetta per chi ritiene di aver subito un torto, desiderio di rifarsi una vita e magari un’altra famiglia, propensione, soprattutto per il genitore affidatario e magari abbandonato, di riversare sui figli il bisogno di colmare la solitudine.

Insomma, i genitori che si separano non hanno vita facile, ma in fondo l’hanno scelto loro, a non aver scelto sono i bambini e a loro deve andare il principale pensiero.

Leggevo qualche tempo fa un comunicato in cui si ribadiva l’importanza del principio di bigenitorialità per i figli delle coppie separate: cioè il diritto di ogni bambino di avere rapporto affettivo stabile con entrambi i genitori e con entrambi i nonni.

Un principio in cui credo molto e che spesso torna alla ribalta soprattutto nelle liti giudiziarie per l’affidamento dei figli.
Dal 2006 in Italia c’è l’affido condiviso, significa che, in caso di conflitto, si suddividono  in modo equilibrato le responsabilità specifiche e la permanenza presso ciascun genitore, mantenendo inalterata la genitorialità di entrambi e tutelando quindi la relazione genitoriale con i figli (fonte: Wikipedia)


Il principio di bigenitorialità va, quindi, di pari passo con quello che sancisce l’affido condiviso. Ma spesso viene disatteso completamente. Un gran numero di cause di separazione e di affido si conclude con un affido condiviso, però tempi e modi sembrano ricalcare sempre le stesse, solite modalità: il bambino vive con la madre, il padre versa gli alimenti e ci si accorda sui tempi per far stare il bambino con il padre. Il che potrebbe anche andar bene se c’è accordo tra i due genitori e se il bambino cresce sereno e felice.
Se c’è accordo, se si antepone il benessere psicologico del bambino al proprio, la bigenitorialità è fatta salva. Indipendentemente dalle modalità dell’affido.

Nelle coppie che litigano, invece, dovrebbe venire in aiuto il sistema, giudiziario e amministrativo, che in qualche modo dovrebbe tutelare la sacralità della bi genitorialità. Cosa che in Italia non avviene.

E infatti la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato l’Italia poche settimane fa per non aver messo in atto un sistema tale da garantire il  diritto inviolabile del genitore (nella specie e quasi sempre il padre “separato”) di esercitare il naturale rapporto familiare col figlio

Secondo l’Europa dovrebbero essere messe in atto “le misure deputate a riavvicinare il genitore con suo figlio devono essere attuate rapidamente, perché il trascorrere del tempo può avere delle conseguenze irrimediabili sulle relazioni tra il fanciullo e quello dei genitori che non vive con lui”

Nella pratica di tutti i giorni è certamente difficile garantire la bigenitorialità “per legge”. Un giudice firma le carte, prende le sue decisioni, ma poi la palla passa sempre ai genitori che dovrebbero improvvisamente mettere da parte i propri egoismi e pensare al benessere dei bambini. E torniamo a bomba.
Insomma, più che un tribunale dovrebbe essere il cuore (e la saggezza) a dettar legge in questo senso.

Se tutto andasse a meraviglia, ogni coppia che si separa lo farebbe seguendo queste indicazioni:

•    Stimolate il bambino ad esprimere i suoi pensieri rispetto alla separazione dei genitori
I bambini soffrono della separazione dei genitori e, quindi, possono diventare ansiosi, irritabili e depressi. Piangere senza motivo, avere dolori allo stomaco, soffrire di insonnia, andar male a scuola, comportarsi in modo aggressivo: questi sono alcuni dei segnali tipici del momento difficile che il bambino sta attraversando; aiutatelo a rendere espliciti questi problemi, a parlarvene, anche se voi stessi siete nello stesso stato d'animo. Spiegategli che lui non è responsabile della separazione, in modo da non creargli falsi sensi di colpa. Potreste chiedere agli insegnanti di stimolare un dibattito a scuola: se in classe ci sono altri bambini nelle stesse condizioni, vostro figlio si sentirebbe meno isolato e si vergognerebbe di meno.

•    Evitate giudizi (negativi) sul partner e lasciate che il bambino nutra lo stesso affetto per entrambi i genitori
Parlategli dei lati buoni dell'altro genitore, anche a costo di reprimere i vostri sentimenti di rabbia; evitate di svalutare o screditare il coniuge, non costringete il bambino a prendere posizione in vostro favore: lo mettereste in crisi e gli provochereste maggiore stress. Vostro figlio ha bisogno di essere amato da entrambi, anche se voi personalmente non siete d'accordo.

•    Non mettetevi a litigare in modo violento in sua presenza
I bambini, specie figli di divorziati, si agitano e si preoccupano se vedono i genitori litigare violentemente: cercate di non alzare la voce in modo eccessivo in loro presenza e di non lanciarvi improperi reciprocamente.

•    Spiegategli che il divorzio è una cosa definitiva
Molti bambini credono di poter far riconciliare i genitori e si illudono che la separazione sia solo temporanea; mettete in chiaro che il divorzio è una cosa definitiva; cercate di essere realisti in modo da non dare adito a illusioni: così il bambino supererà meglio questi momenti critici.

•    Fate in modo, nei limiti del possibile, che il bambino viva nella casa di sempre
La possibilità di rimanere in un luogo conosciuto è molto importante per vostro figlio; se dovete trasferirvi, cercate di trovare casa nelle vicinanze, o almeno di non staccarlo dal suo ambiente, in modo da fargli continuare la stessa scuola e frequentare i soliti amici: meno cambiamenti dovrà affrontare nella vita quotidiana, più riuscirà a superare lo stress del divorzio.

•    Cercate di consolare il vostro bambino, dimostrandogli entrambi affetto
Dite a vostro figlio che l'unica cosa che è sicura è l'amore che entrambi avete per lui, anche se tra voi genitori litigate molto spesso o non siete più felici; se il bambino è sotto i 6 anni, cercate di coccolarlo comunque in più occasioni: il bambino ha ancora bisogno di percepire emozioni positive dal contatto diretto con mamma e papà.

•    Concedete a vostro figlio di vedere regolarmente il genitore separato
Il bambino ha bisogno sia della madre, che del padre: il divorzio viene vissuto come una situazione in cui un genitore lo abbandona; evitate che questo succeda, dando la possibilità all'altro coniuge di passare adeguati periodi di tempo con vostro figlio. Tali momenti dovrebbero essere regolari, ogni 1 o 2 settimane, e dovrebbero durare un'intera giornata in modo da permettere un contatto più lungo e costruttivo tra bimbo e genitore. Rispettate le scadenze delle visite, per non deludere le sue aspettative; dategli anche la possibilità di telefonare all'altro genitore quando lo desidera, fornendogli il numero di telefono. Se uno dei due genitori sparisce dalla circolazione e non si fa più vedere, cercate di trovare una figura sostitutiva dello stesso sesso del genitore che se ne è andato: un vostro fratello, una sorella o il vostro nuovo partner dovrebbero essere coinvolti per aiutarvi in questo.

•    Non siate troppo indulgenti: mantenete le stesse regole di sempre
Se il bambino è stato abituato a delle regole, cercate di essere coerenti anche se siete separati; evitate eccessiva indulgenza nei suoi confronti, non concedetegli facili privilegi, evitate di attirarlo dalla vostra parte con regalini o concessioni: aumenterebbero il suo disorientamento e rischiereste di viziarlo.

•    Fatevi aiutare dai nonni
Spesso la famiglia di origine è una risorsa importante da mettere in campo quando si rimane soli con un bambino e mancano aiuti economici e morali, ma dovete sempre rimanere voi i responsabili della disciplina e del comportamento del bambino, in quanto i nonni potrebbero essere troppo permissivi o viziare il nipote. Evitate poi che parlino delle vostre situazioni coniugali o facciano commenti sul vostro partner separato davanti al bambino, sempre molto sensibile a tutto quello che si racconta in casa.

Sono i consigli dei pediatri della SIIPS.

E Buon San Valentino al mio piccolo, grande amore.

1 commento:

Anonimo ha detto...

sono pienamente d'accordo